Interview: Stefano Viola
Text editing & translation: Federico Chiozzi

Nome: Swet one
Provenienza: Danimarca
Prima esperienza con i graffiti: 1985
Crew: The Wild Side – The Southside Crew – Fatboys
Citazione: It Don’t Mean A Thing If It Ain’t Got That Swing

Sei uno dei writer più famosi in Europa, come influisce questa cosa nel tuo approccio ai graffiti?
Grazie. Io mi vedo come qualsiasi writer che lotta per fare qualche pezzo. Mi sento sempre indietro. Ho qualcosa da inseguire più che difendere una certa posizione. Odio quando la gente crede di essere famosa o si atteggia da king senza avere lo stile o pezzi importanti alle spalle.

Vuoi raccontarci qualcosa delle tue crew? Che differenze ci sono fra loro?
Per me è importante conoscere tutti e avere una forte amicizia con tutti i componenti. La gente all’interno delle mie crew si è trasformata da semplici amici di graffiti a famiglia. La nostra amicizia va ben al di là dei graffiti. Sono i miei fratelli di un’altra madre.

Hai viaggiato parecchio e hai visitato posti in tutto il mondo. Parlando del tuo approccio quali pensi siano le differenze tra Stati Uniti ed Europa, per esempio?
C’erano parecchie differenze nello stile delle lettere, nel modo di dipingere e anche nella vernice. Questo prima di internet, prima che le ditte producessero vernici per i writer e prima che tutti i writer visitassero la Grande Mela. Oggi i graffiti sono gli stessi ovunque tu vai, c’è solo uno nuovo sfondo.

Parlando di radici, da dove vengono le tue radici stilistiche? Hai avuto una guida?
Il mio stile si basa sullo stile dei pezzi che erano sulle metro di New York. Quando ho iniziato a dipingere quella era la mia ispirazione e da lì ho sviluppato il mio modo di dipingere. Negli ultimi 20 anni ci ho lavorato su e ancora lo sto facendo. Semplicemente provando ad aggiungere ancora più personalità, onde, flusso e ritmo da dentro.

Sei stato nominato giudice al Write4Gold. Che ne pensi di questo genere di eventi? A tuo avviso quanto conta l'aspetto della "battaglia" in questo evento?
Mi è stato chiesto perché lavoro con Molotow ed era un modo simpatico di vedere molti amici e dipingere in giro. Per molte ragioni non sono mai andato a nessun evento.
Ma mi piace vedere come la gente dipinge e compete con altra. La competizione rappresenta uno degli aspetti principali nei graffiti. Devi fare sempre il miglior pezzo col migliore stile per vincere. Ma devi perdere anche molto tempo per imparare cose nuove.

Quando osservi un pezzo cosa osservi maggiormente?
Per prima cosa guardo lo stile delle lettere!! Le onde e il modo in cui si muove il pezzo e vive. Poi il pezzo deve uscire dal treno o dal muro. E poi, cosa importante… il writer si è divertito a farlo? E’ capace di dipingere e il suo flow è naturale?
Odio quando la gente prova a forzare le cose o quando la gente nasconde mancanza di talento dietro ad uno stile “anni settanta con tappi originali”. E odio anche i pezzi che sembrano fatti da robot senza movimento.

Quali sono i pro e i contro di essere un writer?
Amo ogni cosa dell’essere un writer. I vuoti di memoria, il filo spinato, la pioggia, le scarpe fradice, inseguimenti, notti fredde, le scottature, gli stupidi sbirri, ecc..
L’unica cosa che odio del writing è quando la mia ragazza ha dei progetti romantici in una domenica di sole.

Negli scorsi anni la cultura dei graffiti è stata riscoperta dal mondo artistico: curatori di gallerie, critici dãarte e giornalisti hanno aperto le loro porte ai writer. E’ un revival dei graffiti o una cosa solida su cui contare?
L’unica cosa su cui puoi contare è che non c’è limite riguardo a quanto i graffiti possano essere violentati. I veri graffiti rimarranno sui treni e sui muri dei lungo linea. E i veri writer rimarranno qui e continueranno a prendersi il caldo e lo sporco.

Hai mai fatto conquiste per le tue abilità nel dipingere?
Domanda stupida! Quante ragazze trovi in linea nel bel mezzo della notte o in hall of fame la mattina presto?

Tu sei di Copenhagen. Questa città ha partorito alcuni dei migliori e più interessanti writer in Europa. Vuoi raccontarci qualcosa sugli architetti della scena?
Devo continuare a vivere a Copenhagen quindi diciamo semplicemente che la Danimarca ha dato luce ad alcuni ottimi writer. Ma non ci faccio tanto caso. Preferisco pensare di essere una parte di ciò che si muove nel mondo intero.

Chi vuoi salutare?
Ciao a Theo, Mom, Dare, CMP, Eazy 13, Mister Green, la crew.

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